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Industria 4.0 – Robotica e cobotica a confronto

L’industria è in continua evoluzione e per molte imprese il percorso verso l’automazione è ancora lungo. Il tempo di metabolizzare l’industria 4.0 che già si parla della 8.0. Non c’è da preoccuparsi però, almeno per ora, perché si tratta di evoluzione e non di rivoluzione industriale, l’uomo infatti è fulcro attivo di questo mutamento. Per quanto riguarda la diffusione di robot l’Italia si posiziona 6° su scala mondiale e solo 2° alla Germania in Europa. Di robot installati se ne contano 89.000 (solo 14.000 già nel 2021), si osserva quindi una crescita del 65% delle installazioni rispetto al 2020, un incremento che equivale a più del doppio rispetto a quello registrato nel mondo (31%).

Una piccola fetta di mercato è rappresentata invece dalla cobotica, pur affermandosi il segmento con la crescita più costante di questi anni.

I cobot (collaborative robots) differiscono dai robot perché nascono come esseri collaborativi, non solo sul piano meccanico, ma anche su quello del sistema di controllo. Così facendo mantengono alcune tipicità dei “robot” impiegando alcune attenzioni come l’integrazione di comportamenti aggiuntivi ai sensori. Siccome i cobot presentano notevoli caratteristiche di salvaguardia della sicurezza, lavorare accanto ad un umano è il loro scopo, quindi vengono progettati con spiccate caratteristiche di salvaguardia della sicurezza. Alcuni per esempio si avvalgono del sistema di sicurezza insito nel nucleo operativo, detto anche controller, che consiste nel controllo incrociato di due algoritmi di calcolo, consentendo il movimento del cobot solo se i risultati combaciano.

Secondo il Research and Markets di Dublino (la più grande azienda di ricerche di mercato al mondo), la diffusione dei cobot nelle aziende è, e sarà, del 39,8% annuo fino al 2027. Questi bracci robotici collaborativi raggiungeranno circa 11,8 miliardi di dollari entro il 2030, con un cospicuo aumento rispetto ai 711 milioni di dollari del 2019. L’universo dei cobot vale circa 1 miliardo di dollari nel 2019 cifra che lieviterà sino a 24 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita media annua del 28,6%.

L’automazione sostiene il Green Deal, ottimizzando la produzione, riducendo il consumo e lo spreco dei materiali, incrementando la qualità dei prodotti realizzati. Un cobot può diventare anche strumento di produzione flessibile, aiutando l’azienda ad ottenere maggiore produttività ed essere più competitiva a livello di costi e efficienza dei processi produttivi.

Questo contributo non si può valutare solo a livello di sostenibilità, ma anche in ambito sociale, infatti la cobotica aumenta e non diminuisce l’occupazione. L’operatore può essere anzi sollevato da mansioni scomode e pesanti, apprendendo nuove competenze strategiche e funzionali.

L’automazione dunque si può rivelare un’eccellente compagna di viaggio per l’uomo e per l’ambiente nell’inarrestabile universo della tecnologia.

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